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4° Edizione
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21) Dizion.4° Ed. .
SORTE
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vol.4 pag.609-610

SORTE.
Definiz: Che alcuni dissero anche SORTA. Ventura, Fortuna, Destino. Lat. sors, fors, fortuna. Gr. κλῆρος, λάχη, τύχη.
Esempio: Dant. Par. 32. Nel qual tu siedi per eterna sorte.
Esempio: But. Par. 1. 2. Sorte, che viene a dire tanto quanto fato, cioè ventura.
Esempio: Libr. segr. cos. donn. Restano sanate non per buona cura, ma per sorta.
Esempio: E Libr. segr. cos. donn. appresso: Ella sì ée una mera sorta avvenuta accidentalmente, e non aspettata.
Esempio: Rim. ant. F. R. Amor m'ha destinata una gran sorta.
Esempio: E Rim. ant. F. R. appresso: Ed è mia sorta il non morir per lei.
Esempio: Tes. Br. 5. 17. Eleggono (le api) loro Re, e non eleggono per sorte, anzi chi è più nobile ne' costumi, e più bello, e maggiore, e di miglior vita, quegli è eletto Re, e signor dell'altre.
Definiz: §. I. Sorte, per Condizione, Stato, Essere. Lat. sors, fortuna, conditio. Gr. κλῆρος, λάχη, κατάστασις.
Esempio: Dant. Par. 3. Grazioso mi sia, se ne contenti Del nome tuo, e della vostra sorte.
Esempio: Petr. son. 195. I' mi vivea di mia sorte contento.
Definiz: §. II. Per Sortilegio. Lat. sortes, sortilegium. Gr. χρησμῳδία.
Esempio: Maestruzz. 2. 14. Alcuna volta per protrazione de' punti, la qual cosa si appartiene all'arte geomanzia; alcuna volta per considerazione delle figure, le quali si fanno per lo piombo istrutto gittato nell'acqua; alcuna volta per certe cedole iscritte, ovvero non iscritte nell'occulto poste, e considerasi chi le toglie; e simigliantemente ne' fuscelli non uguali, cioè buschette, chi la maggiore, o la minore tolga; ancora nel gittamento de' dadi a chi più punti gitta, e ancora quando si considera quello, che occorre prima, aprendo il libro; le quali tutte cose hanno nome di sorti.
Esempio: Pass. 353. Del gittare delle sorte dicono i Santi, che 'n certi casi non è lecito, anzi è vietato per lo Dicreto, come sarebbe chi volesse sapere per sorte alcuna cosa occulta, o che dovesse venire, referendo il prendere della sorte o alla disposizione delle stelle, o alla operazione de' demoni, e tale si chiama sorte divinatoria. Anche chi volesse sapere per lo prendere della sorte quello, che dovesse fare, o dire, dubitando qual fosse il meglio, come sarebbe d'eleggere alcuno Prelato ecclesiastico, o di ricevere alcuno beneficio spirituale, non è oggi lecito, benechè nell'antica legge s'usasse, e chiamasi sorte consultoria.
Definiz: §. III. Mettere alla sorte, o Gettare le sorti, vagliono Rimettere checchessia all'arbitrio della sorte, o della fortuna. Lat. sorti tribuere, addicere. Gr. κληροῦσθαι.
Esempio: Pass. 354. È un altro gittare di sorte, che si chiama sorte divisoria, come sarebbe, se certe persone, che avessono a dividere certe cose a comune, non s'accordassono in fare le parti, dando, o togliendo, possonsi gittare le sorti, ispognendo alla fortuna qual parte venga a qualunque di loro.
Esempio: M. V. 4. 28. Gittarono le sorte, per le quali a messer Maffio, ch'era il maggiore, toccò Parma ec.
Esempio: Sen. ben. Varch. 6. 14. Che dunque (dirà alcuno) se io avessi fatto mettere i vostri nomi alla sorte, e il tuo fosse uscito tra quelli, che si dovevano riscattare, debbimi tu in cosa alcuna?
Definiz: §. IV. Toccare in sorte, Dare in sorte, e simili, vagliono propriamente Ottenere, o Concedere alcuna cosa per distribuzione dependente dalla ventura; benchè s'estenda anche all'Ottenere, o Concedere checchessia per qualunque altra cagione. Lat. sorte obtingere.
Esempio: Bocc. nov. 16. 13. Divisa la preda, toccò per avventura tra l'altre cose in sorte ad un messer Guasparrin d'Oria la balia di madonna Beritola, e i due fanciulli.
Esempio: Petr. son. 259. Quanta invidia a quell'anime, che in sorte Hann'or sua santa, e dolce compagnía.
Esempio: E Petr. son. 307. Ed or novellamente in ogni vena Intrò di lei, che m'era data in sorte.
Esempio: E Petr. son. 315. E quel soave velo, Che per alto destin ti venne in sorte.
Esempio: Fior. Ital. D. Iddio comandò a Moisè, che i Levitici non avessero sorte nelle terre di promessione, anzi vivessono solamente de' sacrificj, e delle decime, e delle primizie, che offerrà il popolo all'altare (cioè: parte, o porzione distribuita per sorte)
Esempio: Alam. Colt. 1. 13. Il pio cultor non debbe solo Sostener quello in piè, che 'l padre, o l'avo Delle fatiche sue gli ha dato in sorte.

22) Dizion.4° Ed. .
VENTRE
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vol.5 pag.234

VENTRE.
Definiz: Si dicono le Principali cavità, che sono nel corpo dell'animale, e che contengono le viscere, come Ventre supremo, medio, e infimo; ma propriamente l'infimo, che racchiude lo stomaco, gl'intestini ec. Lat. venter, ventriculus. Gr. γαστήρ, γαστρίδιον.
Esempio: Amm. ant. 24. 4. 11. Il ventre, che bolle di vino, tosto schiuma in lussuria.
Esempio: Maestruzz. 2. 12. 4. La 'ngluvie del ventre provoca la lussuria.
Esempio: Lab. 293. Gli si vorrebbe dare d'un ventre pecorin per le gote, tanto quanto il ventre, o le gote bastassero.
Esempio: Ar. sat. 4. E se non basta M'empia la gola il ventre, e le budella.
Definiz: §. I. Per Utero. Lat. uterus. Gr. ὑστέρα.
Esempio: Dant. Par. 23. L'alta letizia, che spira del ventre, Che fu albergo del nostro desiro.
Definiz: §. II. Per Pancia, o Luogo, dove sta il ventre. Lat. venter. Gr. γαστήρ.
Esempio: Bocc. nov. 90. 8. E così fece alla schiena, e al ventre, e alle groppe.
Esempio: Dant. Inf. 6. Gli occhi ha vermigli, e la barba unta, e atra, E 'l ventre largo.
Definiz: §. III. Scaricare il ventre, vale Cacare, o Deporre il peso del ventre. Lat. alvum exonerare. Gr. ἀποπατεῖν, χέζειν.
Esempio: Bocc. nov. 15. 18. Richiedendo il naturale uso di dover deporre il superfluo peso del ventre, dove ciò si facesse, domandò quel fanciullo.
Esempio: Sagg. nat. esp. 115. Come se veleno avesse preso, scaricò il ventre.
Definiz: §. IV. Muovere il ventre, vale lo stesso, che Smuovere il corpo, Far cacare.
Esempio: Tes. Pov. P. S. Impiastrato caldo molto giova, e muove il ventre.

23) Dizion.4° Ed. .
omografo. 1
UMIDO
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vol.5 pag.304

UMIDO.
Definiz: Sust. Umidità. Lat. humidum. Gr. τὸ ὑγρόν.
Esempio: Bocc. g. 6. f. 11. Nè da altra ripa era chiuso, che dal suolo del prato, tanto dintorno a quel più bello, quanto più umido sentiva di quello.
Esempio: Ricett. Fior. 11. Conservansi (i frutti) in armarj, casse, o luoghi dove non sia umido, o fummo, o polvere.
Esempio: E Ricett. Fior. appresso: Seccansi (i semi) come l'erbe, e si conservano ec. in luogo sicuro dal fummo, dall'umido, e dalla polvere.
Definiz: §. Umido radicale, si dice Quello, che è nella sostanza de' corpi.
Esempio: Bocc. nov. 90. 9. Era già l'umido radicale, per lo quale tutte le piente s'appiccano, venuto.
Esempio: Capr. Bott. 1. 6. Quanto starai tu meco? A. Tanto quanto il tuo umido radicale penerà a diseccarsi.

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